L’osteointegrazione: la base dell’implantologia moderna

impianto dentale osteointegrato

L’osteointegrazione degli impianti è un aspetto fondamentale dell’implantologiaAvere un impianto ben osteointegrato è il punto di partenza per una corretta terapia implantoprotesica. Per ottenerlo sono necessari professionalità, precisione, qualità dei materiali e sterilità durante l’intervento.

Ma cos’è esattamente l’osteointegrazione e come avviene?

Si definisce osteointegrazione la guarigione dell’osso attorno all’impianto. L’osso mascellare o mandibolare integrano l’impianto dentale inserito in esso attraverso la produzione di nuovo tessuto osseo. L’impianto viene così imprigionato diventando tutt’uno con l’osso circostante.

Prima di poter inserire l’impianto dentale, il dentista deve provvedere a creare, nell’osso, lo spazio necessario e sufficiente ad ospitare la nuova radice artificiale. Per tale procedura, il medico utilizza delle particolari frese dello stesso diametro dell’impianto in modo da asportare la minor quantità di osso possibile. Creato lo spazio, si inserisce l’impianto ed inizia il processo di osteointegrazione

La superficie dell’impianto viene immersa nel coagulo di sangue proveniente dai capillari dell’osso residuo. Il sangue trasporta le piastrine che, a loro volta, trasportano delle proteine che hanno il compito di attirare gli osteoblasti, cellule deputate alla formazione di nuovo tessuto osseo attorno all’impianto. Terminata correttamente l’osteointegrazione, la superficie implantare è ricoperta da osso e l’impianto è pronto per svolgere il suo lavoro di supporto di una corona e quindi ricostituire un nuovo dente.

Com’è può un oggetto estraneo al corpo integrarsi con l’osso senza dare problemi? Qual è il materiale utilizzato?

La risposta a entrambe le domande è rappresentata dal titanio, in forma pura o come lega! 

Il titanio è particolarmente apprezzato per vari motivi:

• È estremamente leggero;
• È biocompatibile;
• Possiede ottime caratteristiche strutturali;
• Non va incontro a corrosione;
• Ha un’elasticità simile al tessuto osseo.

La peculiarità del titanio dunque, oltre alle sue ottime caratteristiche meccaniche, è la biocompatibilità, in quanto non evoca alcuna risposta del sistema immunitario. Inoltre, l’osteointegrazione degli impianti è strettamente influenzata dalla quantità e dalla qualità di osso presente nel sito implantare. Infatti, da un punto di vista qualitativo, l’osso dell’arcata inferiore impiega meno tempo rispetto a quello dell’arcata superiore ad inglobare l’impianto (2/3 mesi versus 3/4 mesi). Ciò è dovuto al fatto che l’osso mandibolare è decisamente più compatto di quello mascellare, fornendo dunque maggior supporto.

Nondimeno la quantità dell’osso è essenziale sia in altezza che in spessore al fine di garantire all’impianto stabilità. Nel caso in cui l’osso dovesse essere insufficiente o assottigliato, si può ovviare con una tecnica di rigenerazione guidata dei tessuti che permette di ricreare osso dove manca, con prelievi ossei del paziente stesso o con l’inserimento di materiali sostitutivi. I risultati ottenuti con questa tecnica sono ottimi: la maggioranza dei pazienti percepisce la protesi osteointegrata come una parte del proprio corpo.

In definitiva l’osteointegrazione è il collegamento tra tessuto osseo e impianto al titanio.

L’inserimento di un impianto è una procedura chirurgica altamente standardizzata e predicibile in cui sfruttando le qualità dell’osso e la biocompatibilità del titanio, otteniamo  riabilitazioni di elevato successo estetico e funzionale ripristinando la dentatura persa.


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