Gli Incisivi superiori e inferiori sono i denti che per primi vengono messi in mostra quando sorridiamo, per questo sono una sorta di biglietto da visita e averli belli e curati aiuta a sentirci più sicuri di noi stessi quando siamo in società.
Purtroppo, proprio perché maggiormente esposti, gli incisivi sono i denti più delicati all’interno della bocca, quelli che più facilmente possono essere persi per trauma, frattura o problematiche parodontali. Quando si verifica una di queste situazioni, è possibile rimediare al danno realizzando un impianto dentale osteointegrato. Un intervento chirurgico affatto semplice che, per essere realizzato al meglio, richiede particolare cura e attenzione da parte dell’odontoiatra.
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Sostituzione degli incisivi con impianti: una sfida per l’odontoiatra
Gli incisivi presentano delle caratteristiche anatomiche ed estetiche uniche all’interno della bocca: sono gli elementi a più alta valenza estetica del nostro sorriso e, specialmente l’incisivo centrale, è l’unico dente che presenta l’omologo contro laterale immediatamente affianco che, quindi, lo sottopone naturalmente a un confronto continuo.
La riabilitazione implantare degli incisivi è una delle sfide maggiori per il clinico, poiché la situazione anatomica di partenza è pressoché unica: poco osso esterno al dente da estrarre; un’asse della radice completamente diversa da quella che avrà l’impianto; uno spessore dei tessuti molli (gengiva) spesso esiguo.
Quando si affrontano questi casi ad altissima valenza estetica non si può incorrere in alcun errore: il risultato finale deve essere quello studiato in fase diagnostica e discusso con il paziente. Siamo in una zona anatomica dove non è permesso sbagliare e dove gli errori di gestione chirurgica e protesica risultano poi molto difficili da correggere.
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Check list digitale per la realizzazione di un impianto su incisivo
Nel momento in cui si decide di inserire un impianto per riabilitare un incisivo, bisogna seguire una check list molto rigida, sia clinica che radiografica. Ecco i passaggi fondamentali per avviare la riabilitazione:
- Foto cliniche iniziali, per studiare i parametri estetici del sorriso
- Impronte digitali e visualizzazione del sorriso finale da raggiungere
- Analisi radiografiche 3D del tessuto osseo presente
- Elaborazione, grazie a un software di programmazione chirurgico implantare, di tutti questi parametri.
Tutto questo permette di classificare ogni caso in vari livelli di difficoltà e attuare delle procedure chirurgico-protesiche differenti a seconda dei pazienti.
Impianto a carico immediato per gli incisivi
Quando ci si appresta all’intervento per la sostituzione degli incisivi, è bene valutare la possibilità di estrarre e inserire nella stessa seduta l’impianto, eseguendo, eventualmente, anche un carico immediato.
Il carico immediato prevede il posizionamento di una corona sul nostro impianto, con una funzione estetica ma non masticatoria. Grazie a questa tecnica è possibile uscire dalla seduta già con un dente sostitutivo in bocca.
A seguito di una estrazione con carico immediato, dobbiamo:
- Inserire l’impianto nella posizione studiata con una chirurgia computer guidata
- Gestire correttamente i volumi ossei e gengivali attorno al nostro impianto
- Avere dei profili ideali della nostra corona, che non deve creare compressione eccessiva sui tessuti che siamo andati a ricostruire.
A guarigione dell’impianto ottenuta (osteointegrazione) avremo un ideale profilo dei tessuti gengivali ed ossei, con la possibilità di creare un corona definitiva in ceramica perfettamente identica agli elementi dentari contigui.
Il Dr. Tomarelli organizza corsi di formazione per odontoiatri con rilascio crediti ECM nel suo Studio Dentistico di Roma
Come procedere quando non è possibile realizzare un impianto a carico immediato
Nel caso in cui non ci siano le condizioni cliniche e radiologiche per estrarre e posizionare immediatamente l’impianto, dovremo procedere in maniera alternativa.
Bisognerà estrarre il dente e gestire la zona con tecniche di preservazione o aumento, sia dei tessuti duri (osso) con innesti di materiale collagenato (eventuale rigenerazione ossea guidata GBR), sia dei tessuti molli (con innesti gengivali o utilizzo di matrici).
Questa procedura, inevitabilmente più lunga, serve a ricostruire correttamente i tessuti che, dopo 4/6 mesi dall’intervento, possono accogliere correttamente, nelle tre dimensioni dello spazio, l’impianto. A questo punto sarà possibile inserire la nostra corona su impianto che, finalmente, risulterà perfettamente naturale e armonica.
Hai necessità di realizzare un impianto dentale per recuperare il tuo sorriso? Il nostro studio dentistico è specializzato nella chirurgia implantare. Ci troviamo a Roma Nord, zona Parioli